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Ecovandali o attivisti? La parola ad Alessandro Delpriori, ricercatore di Storia dell’Arte Moderna all’Università di Camerino. L’intervista di Francesca Travaglini
D: A Radio Linea N.1, la radio che ascolti e vedi. E siamo con il professor Alessandro Delpriori, ricercatore di storia dell’arte moderna all’Università di Camerino. Intanto benvenuto, benvenuto a Radio Linea.
R: Grazie, mille grazie. Buon pomeriggio a tutti.
D: Grazie a lei. C’è un’emergenza che sta scuotendo un po’ il mondo dell’arte, i cosiddetti eco vandali che c’è stata anche una recente stretta del governo su di loro. Cosiddetti eco vandali perché in realtà loro si definiscono ‘’attivisti ambientali’’ e di fatto effettivamente creano dibattito su questa tematica, perché quantomeno tutti parlano di loro. Lei cosa ne pensa? Da esperto di arte.
R: Ma, allora, di base, insomma battersi per l’ambiente credo che sia anche una scelta giusta e condivisibile… farlo con quei metodi credo che sia fuori luogo, anzi direi assurdo. Cioè l’ambiente è un bene che ci hanno dato, ma così come l’arte che uno è creato magari dal per chi ci crede dal Signore o per lui e L’arte è creata dall’uomo, ma fanno parte della stessa fattispecie, dello stesso insieme, cioè di quelle cose che ci fanno vivere meglio e che ci aiutano a il nostro passaggio sul mondo. E allora mettere l’uno contro l’altro vuol dire non aver capito questo… non solo, ma distruggere il patrimonio dell’umanità, cioè l’identità stessa dell’essere umano, cioè l’uomo si esprime attraverso l’arte, il teatro, la musica, la danza, ma che le opere, e rovinarlo, danneggiarlo il nome di un’immagine che è quella che poi i giornali parlano di loro; credo che sia completamente sbagliato perché è sbagliata la base da cui partano.
D: Allora questa magari è una visione, adesso faccio un po’ l’avvocato del diavolo, mi perdoni Professore… Però magari è una visione giustamente estetica, esistenzialista dell’arte. Qualcuno dice ‘’ma l’arte è anche politica no?’’ E quindi in questo senso ci potrebbe rientrare una protesta del genere
R: Ma l’arte è politica quando vogliamo farla diventare tale. L’arte è un bene assoluto e io parlo di arte e non di bellezza, perché poi la bellezza non esiste in sé; la bellezza è categoria estetica nostra, così ma l’arte è un senso assoluto. Cioè quando Michelangelo ha fatto il David l’ha fatto sì per la visione politica di quel momento della storia, ma oggi è l’identità stessa di quel momento storico e quindi dei fiorentini, o La Gioconda, o non so qualche altra opera d’arte importante che ci viene in mente. Quindi non è tanto politica, fare politica significa politica culturale che è un’altra cosa rispetto all’arte. La politica culturale vuol dire valorizzare, magari, un bene storico artistico in un certo modo e non farlo per l’ambiente, ma quella è l’ottusità del politico non è colpa dell’ opera in sé.
D: Anche perché si potrebbe trovare un altro modo per far parlare di sé, anche in relazione all’arte però senza dover per forza deturpare questi beni, che poi sono della collettività e comunque generano turismo, generano anche un incoming notevole soprattutto per un Paese come l’Italia…
R: Ma certo e soprattutto potrebbe essere un turismo sostenibile se noi abbandoniamo le quattro cinque vie più turistiche d’Italia: via dei Calzaiuoli, Piazza San Marco e qualche altro a Roma e a Milano, e andiamo in giro per i paesi della nostra montagna per l’Appennino si crea un turismo sostenibile e un turismo lento che forse va anche a vantaggio di una una visione ambientale diversa… quindi forse va fatta quella politica lì più che imbrattare le opere d’arte.
D: Certo è anche un turismo destagionalizzato che si può realizzare anche a partire proprio dall’arte no? Che non per forza devi andare al mare, ma durante l’inverno ti puoi godere la bellezza nell’entroterra.
R: Ma certo qui ci serve la politica, servono degli investimenti, serve la volontà politica che possa, soprattutto per la nostra regione, spostare l’ attenzione dalla costa verso la montagna. Forse è un tema anche più grande chiaramente di quello che stiamo parlando, ma soprattutto parlare di arte è venuto in mente Banksy. Banksy è un performer Street arter che quando fa qualcosa tutti ne parlano… allora utilizziamo quegli strumenti per far parlare gli ambientalisti; invece di distruggere un po’ il patrimonio, costruiamo patrimonio e facciamo la stessa cosa.
D: Assolutamente d’accordissimo. Io la ringrazio moltissimo, tornerò a disturbarla per parlare di arte soprattutto nelle Marche… noi ci occupiamo del centro Italia e della Costa Adriatica. Intanto ringrazio Alessandro Delpriori, ricercatore di storia dell’arte moderna all’Università di Camerino. Professore, grazie mille e buon lavoro.
R: Grazie a voi. Grazie, arrivederci.