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Fare comunicazione in azienda: a TREND arriva Giuliana Paoletti, AD Image Building. Con Antonio Galliano di w.academy e David Romano.

D:Qui su Radio Linea Numero 1 la radio che ascolti e vedi. In questa giornata dove torna Trend, ormai non ce lo facciamo scappare (da questo punto di vista) il nostro appuntamento con la nostra ospite che dovremmo avere in collegamento con noi, Giuliana Paoletti. Giuliana Benvenuta su Radio Linea Numero 1.

G: Grazie, grazie. Buongiorno e grazie per l’invito.

D: Giuliana ti chiediamo di accendere la camera perché non ti vediamo ancora vediamo. Ecco qui questo è per dire che siamo in diretta non è nulla di registrato. Bentornato Intanto ad Antonio Gagliano.

A:Buon pomeriggio a tutti. Ciao Giuliana.

D: Ci siamo fermati dopo la parentesi di Sanremo perché eravamo proprio in diretta da lì e quindi insomma torniamo con il nostro consueto appuntamento. Oggi parliamo di comunicazione.

A: Qui la prendiamo larga eh, però andiamo poi…

D: Come dire ci verticalizziamo e lo facciamo con l’amministratrice delegata proprio di Image Building, Giuliana Paoletti, che è con noi insomma. Vogliamo partire subito dal Giuliana: Cosa fa image building?Qual è il suo Core?

G: Certo. Image Building è una società che offre la propria consulenza nella comunicazione a grandi o piccole imprese, banche, banchieri, gestisce casi di crisi. Si occupa, in sostanza, di reputazione degli imprenditori piuttosto che e delle società. L’ho fondata nel 1987, ormai lontanissimo, siamo in 60 che ogni giorno si confrontano sul mercato e con tutte le problematiche dei nostri oltre 100 clienti. Quindi in sintesi la comunicazione a 360° includendo il fatto che 2 anni fa abbiamo deciso di partecipare, in maniera significativa, a una società Digital che si occupa, diciamo, proprio di Digital marketing mentre la parte Social ce l’abbiamo all’interno… la parte di gestione dei social..

A: Bene. Giuliana, se sei d’accordo, proverei a fare questo passaggio: passato, presente e futuro… cioè come partiamo dal passato-presente come è cambiata negli anni la comunicazione aziendale e quali sono oggi le professionalità necessarie per curare la comunicazione delle aziende? Quindi il presente-passato.

G: Certo. Partiamo dal passato anche per dare un’idea a chi ci ascolta di come siano cambiate le cose negli ultimi anni. Quando ho iniziato a lavorare negli anni 80 il fax sembrava una cosa avveniristica perché è stato importato in Italia del 1981, prima comunicavamo con il Telex, e diciamo che i mezzi di comunicazione ascoltavano moltissimo quello che dicevano gli uffici stampa, ma soprattutto le agenzie di stampa che davano le notizie. Faccio un salto quantico di 30-40 anni e arrivo alla alla diffusione della rete; noi abbiamo iniziato a lavorare su internet con Renato Soru nel lontano ‘98, quando ancora non si era ben capito quale fosse il modello di business per poter utilizzare il web, e stiamo continuando con un servizio completamente differenziato. Quello che voglio dire è che mentre una volta era ad appannaggio di pochi la possibilità di sapere le cose come stanno, adesso è ad appannaggio di tutti. Qual è il problema che ha accompagnato questa diffusione? Quello delle fake news, perché è evidente che ascoltando la rete tutti hanno la voce uguale agli altri… ahimè… competenti incompetenti persone per bene, persone non per bene e quindi è molto complicato poter dire la propria in maniera credibile, da qui nasce l’esigenza di avere dei bravi professionisti al fianco per poter, in qualche modo, contrare questo mondo di bugie.

D: Certo, ci sono purtroppo, ci sono. Giuliana, allora, io parlando proprio con te di comunicazione; voi vi occupate proprio dell’immagine di grandi imprenditori e a volte oggi tutto può essere comunicazione, ma la comunicazione può essere anche travisata, ci possono essere degli errori di comunicazione. Ora uno dei casi più mediatici degli ultimi mesi è quello di Chiara Ferragni… volevo un tuo punto di vista, un tuo parere, cioè, a volte, ecco magari la comunicazione può essere travisata se a monte però c’è un errore già magari un po’ strutturato.

G: Diciamo che la comunicazione come dico sempre ai miei collaboratori, ma ai miei clienti discende dai fatti e quindi di fatti bisogna parlare. La verità è che nel nostro paese si corre ai ripari quando non si sono date regole. Io non entro nel merito se Chiara Ferragni abbia sbagliato, abbia fatto bene o l’abbia fatto per ingenuità o altro, perché questo lo stabiliranno dei giudici, lo stabiliranno diciamo nelle sedi opportune. Quello che certamente posso dire è che quello che dicevo prima su, diciamo, il potere drammatico della rete vede scendere da la cima del monte a alla pianura un personaggio che, fino a tre giorni prima del problema, era stato osannato. Quindi è tutto molto pericoloso e molto difficile da gestire. Sarebbe bello non stare né in cima né a terra, ma mantenersi in una comunicazione pacata che è impossibile in questo momento però è così.

A: Eh beh sì, guarda Giuliana, David ci ha dato un po’ l’assist per non lasciare intendere ma dare in modo esplicito anche la tua professione cioè: il fatto che fare comunicazione è una professione, si avvale di professionisti e quindi mi collego alla domanda ‘’Trend’’ per così dire ti chiedo quali sono, non solo nella tua azienda, ma se vuoi anche in generale le principali figure che ricercate… quali lavori, quali attitudini deve possedere chi desidera avviare una carriera nel vostro ambito e nella vostra realtà?

G: Certo. Allora vorrei sgombrare subito il campo da un grande equivoco, per fare comunicazione non è necessario o, quantomeno, non è sufficiente studiare comunicazione. Possiamo dire che la comunicazione è una ciliegina su una torta, ma la torta ci deve essere quindi ci devono essere delle conoscenze, delle competenze di base. Preferiamo evidentemente persone che abbiano una preparazione giuridica, una preparazione economica, ma ispirandoci al mondo anglosassone abbiamo anche la presunzione, nel mondo anglosassone, dove i banchieri hanno studiato filosofia prima di diventare banchieri o i consulenti hanno studiato materie letterarie abbiamo la presunzione credo ben riposta di poter formare le nostre persone quel che è certo è che abbiamo bisogno che parlino molto bene la lingua inglese perché la comunicazione è globale e perché noi sia dal punto di vista della gestione dei social, ma anche della gestione dei semplici comunicati di cui ci occupiamo usiamo l’inglese. Quindi un’attitudine, una buona volontà, una preparazione di base in qualsiasi materia e una ottima conoscenza della lingua inglese e vorrei dire anche della lingua italiana, perché ultimamente la conoscenza della lingua italiana è stata un pochino lasciata da parte. E’ importante parlare bene italiano.

D: Assolutamente sì, insomma le prerogative sono queste. Noi ringraziamo Giuliana Paoletti di Image Building, amministratrice delegata. Grazie anche ad Antonio Gagliano torneremo fra 7 giorni proprio con Trend, la nostra rubrica dedicata al mondo del lavoro e come capite anche a quelle che sono le sfumature innovative di nuovi visioni e nuovi paesaggi da scoprire.