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Daspo agli artisti politicamente schierati? Il commento del filosofo e saggista Diego Fusaro.
L’intervista di Francesca Travaglini.
D: Radio Linea N.1, la radio che ascolti e vedi. Come sempre ogni domenica diamo il nostro ben ritrovato al filosofo e saggista, Diego Fusaro. Ciao Diego, rieccoci qua.
R: Eccoci qui, buongiorno. Un caro saluto da Diego Fusaro.
D: Diego vado dritta al punto. E’ stato chiesto un Daspo per gli artisti che usano, hanno usato, e in qualche modo possano usare in futuro i palcoscenici della RAI per fare politica. E’ l’idea lanciata dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alessandro Morelli. Che cos’è Intanto un Daspo? E quanto è grave che venga richiesto per qualche artista che in realtà neanche si esponesse a livello politico, ma manifestasse la propria solidarietà verso un popolo martoriato.
R: Il Daspo è un provvedimento abbastanza severo che implica il fatto che chi lo subisce debba poi tenersi a distanza per un certo periodo di tempo dalla città in questione. Ad esempio se ti danno un Daspo da Roma, non puoi più andare a Roma per un tot di tempo. È un provvedimento molto severo, ma soprattutto in questo caso mi sembra molto discutibile dato che in realtà tutto è politica… anche Mengoni che indossa la gonna è politica, anche Amadeus che dice ‘’Bella ciao’’ è politica, anche Big Mama che fa un richiamo alle comunità lgbt… tutta politica e mi permetto di dire tutto legittimamente politico perché la nostra vita è immersa nella politica, fa parte della della vita la politica pretendere di eliminarla è un gesto intanto politico perché significa che non è possibile contestare l’ordine esistente e poi è una follia allo stato puro; quindi una decisione o meglio una proposta a mio giudizio del tutto folle e inaccettabile. Chiaramente l’hanno pensata non in riferimento ai casi che ho detti ho detto poc’anzi, ma soprattutto in riferimento al caso di Ghali che mai sarà elogiato abbastanza per il suo coraggio e per la sua posizione davvero onesta e con la “schiena dritta” come si dice, ‘’Fermate il genocidio’’ che tra l’altro non si capisce perché sia un proclama più politico del mettere la gonna o del dire ‘’Bella ciao’’ del fare una un riferimento alla comunità lgbt. “Fermare un genocidio” è un gesto umanitario semmai più che politico. In ogni caso per me è quanto poter mettere la gonna o dire ‘’Bella ciao’’ o fare l’elogio delle comunità lgbt, che non vuol dire condividere necessariamente queste prese di posizione però l’artista ha, secondo me, il diritto tutti gli altri peraltro di esprimere politicamente una propria visione del mondo.
D: Ma perché viene, insomma, perché fa così tanta paura semplicemente esprimere la solidarietà verso, tra l’altro, la popolazione civile… eh qui non è che si parlava di politica addirittura Insomma l’abbiamo sentita tutti Mara Venier che che ha letto quel comunicato che prendeva le distanze da quello che aveva detto gali che aveva semplicemente ribadito ‘’stop al genocidio’’… quindi che cos’è che fa così tanta paura?
R: Ma tra l’altro quella pagina è una delle pagine più tristi della storia della televisione italiana la lettura del comunicato di prese di distanza da un artista. Non avremmo mai voluto vedere quella quella scena in ogni caso fa paura il fatto che viene decostruita la narrativa ufficiale quella secondo cui i palestinesi sono tutti terroristi e Israele è il Faro della democrazia e della Libertà che si sta battendo per difendere se stesso e per far progredire la democrazia ovunque. Ecco questa narrativa implode automaticamente quando un ragazzo coraggioso come Ghali dice davanti al mondo, davanti a San Remo, con coraggio, chiama col suo nome le cose cioè ‘’genocidio’’ quello che stanno facendo ai danni di Gaza e lui ha avuto il coraggio di chiamare le cose con il proprio nome.
D: Chiarissimo, chiarissimo.
R: Crollato il costrutto diciamo…
D: Sì grazie mille Diego Fusaro se volete approfondire il suo pensiero leggete i suoi libri tra cui l’ultimo ‘’Sinistrash’’. Ti possiamo venire a trovare live, da qualche parte?
R: Dunque in questi giorni in realtà no, non sarò nelle Marche, però quando ci sarò ve lo farò sapere.
D: Benissimo, infatti lo sentiamo che sei in viaggio, quindi buon viaggio nel frattempo leggiamo tutti i tuoi libri. Diego Fusaro.
R: Un caro saluto da Diego Fusaro.