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Con il dirigente dell’ispettorato nazionale del lavoro Pierluigi Rausei parliamo di RETRIBUZIONE. L’intervista di Francesca Travaglini.
D: Ci colleghiamo con Pierluigi Rausei, dirigente dell’ispettorato nazionale del lavoro e oggi parliamo di una cosa che ci piace particolarmente: la retribuzione.
R: Bentrovata Francesca e bentrovati ai Radio ascoltatori, oggi parliamo di retribuzione. Che cos’è la retribuzione? E’ il corrispettivo dell’attività lavorativa prestata dal lavoratore o dalla lavoratrice, in realtà si tratta di un vero e proprio obbligo in capo al datore di lavoro, è la controprestazione fondamentale del rapporto di lavoro, si tratta quindi di uno strumento che governa l’attività lavorativa ed è l’essenza causale funzionale del lavoro, l’articolo 36 della carta costituzionale dà tutela della retribuzione garantendole in termini di proporzionalità di sufficienza di equità prevedendo che deve essere, non solo proporzionata la qualità la quantità del lavoro, ma anche idonea a garantire una vita libera e dignitosa del lavoratore e della sua famiglia e in questo senso la retribuzione non è soltanto obbligatoria perché è un diritto del lavoratore e un dovere del datore di lavoro ma deve essere continuativa, nel senso che deve essere corrisposta costantemente a fronte della continuità della prestazione lavorativa e deve essere determinata, o comunque determinabile cioè devono essere nel contratto individuale, nella lettera di assunzione, identificati parametri per la quantificazione della retribuzione. In realtà la retribuzione ha una sua compostezza che è legata settore per settore industria artigiano commercio in base alla contrattazione collettiva non c’è nella legge una definizione della retribuzione né c’è nella legge una determinazione della retribuzione ordinariamente si parla di retribuzione globale di fatto identificando al suo interno quegli elementi che si caratterizzano come i trattamenti minimi, cosiddetto minimo salariale o minimo sindacale, o paga base o paga minima o base paga e quindi a seconda delle definizioni contrattuali, dove i contratti collettivi identificano l’elemento soglia sulla quale calcolare gli altri elementi, normalmente oggi il contratto collettivo di lavoro stabilisce nella paga base anche il cosiddetto elemento distinto della retribuzione in acronimo edr e l’ex indennità di contingenza che è stata eliminata nel 1992 ma mantiene la sua struttura retributiva poi accanto a questi che sono gli elementi diciamo assoluti della retribuzione ci sono gli scatti di anzianità quelli che maturano in ragione degli anni di servizio che il lavoratore e la lavoratrice passano in azienda, e gli scatti di anzianità hanno la caratteristica che poi col passaggio contrattuale successivo vengono in assorbimento rispetto al livello retributivo aumentato accanto a questi elementi ci sono poi degli elementi che si aggiungono mensilmente e si pensi ai super minimi individuali cioè quelli che il datore di lavoro riconosce al singolo lavoratore in base alle caratteristiche proprio alle qualità del lavoro ovvero i super minimi collettivi quelli che appartengono a diversi lavoratori di gruppi che magari si trovano in situazioni di disagio per caratteristiche territoriali o per l’attività lavorativa, o per la caratteristica della prestazione, poi ci sono una serie di indennità che sono legate al disagio particolare dell’attività, si pensi fra tutte all’indennità di cassa per chi gestisce e maneggia denaro poi la retribuzione si aggancia ad elementi aggiuntivi che sono quelli che hanno una periodicità più che mensile rispetto alla mensilità ordinaria della paga che è prevista generalmente e sono ad esempio la 13a o gratifica natalizia, o la 14A, le mensilità aggiuntive, quelle mensilità che si aggiungono come elementi ulteriori rispetto alla retribuzione. Il calcolo della retribuzione è legato agli elementi appunto che abbiamo indicato secondo le caratteristiche specifiche del contratto collettivo ordinariamente, in passato avevamo la paga mensile per gli impiegati, quadri dirigenti e la paga oraria per gli operai, ormai la contrattazione collettiva si è allineata per una mensilizzazione della retribuzione per cui tutti sono legati a una paga mensile operai e impiegati rispetto alla quale si determina nel calcolo retribuzione e sulla retribuzione, ovviamente poi pesano gli oneri fiscali, gli oneri previdenziali e quindi il datore di lavoro è obbligato quale sostituto di imposta e quale partner dell’INPS e degli istituti previdenziali a trattenere ad operare le trattenute previdenziali e le ritenute da conto ai fini fiscali, ai fini Irpef per il netto della retribuzione. Dal primo luglio 2018 è obbligatorio per il datore di lavoro pagare la retribuzione non in contanti ma con strumenti tracciabili, quindi attraverso bonifico, pagamento elettronico, assegni, pagamenti presso lo sportello bancario postale ed è obbligatorio da sempre, fin dagli anni 50, e questo lo abbiamo detto in un’altra nostra puntata, consegnare al lavoratore il prospetto paga o busta paga che consente al lavoratore di vedere le caratteristiche della propria retribuzione, un ultimo aspetto un invito a lavoratrici e lavoratori di vedere la retribuzione ogni mese, di guardarla nel cedolino paga, di vedere se corrisponde all’attività lavorativa svolta, perché ci sono degli elementi che cambiano, ad esempio il lavoro straordinario, le festività e alcune caratteristiche che impattano in più in maggiorazione sulla retribuzione e quindi in questo occorre verificare e ove mai, non fosse corrispondente alla busta paga presso i patronati delle organizzazioni sindacali, o presso l’ispettorato nazionale del lavoro per avviare gli accertamenti che occorrono.
D: E allora noi cogliamo l’occasione per ringraziare tantissimo il dirigente dell’ispettorato nazionale del lavoro Pierluigi Rosei, le sue parole di lavoro tornano martedì prossimo.