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L’atleta di Fano tra Marche e USA: Leonardo Bedini ci racconta il bizzarro caso nella rubrica “Storie e leggende marchigiane”. L’intervista di Francesca Travaglini.
D: Parliamo solo di cose belle qui a bla bla Fra, ma soprattutto con lui Leonardo Bedini con le sue storie e leggende marchigiane, ciao ben ritrovato.
R: Ciao Francesca, ciao a tutti.
D: Di cosa ci parli oggi?
R: Oggi andiamo al largo di Fano, poi nella campagna di Fano, poi in America, e partiamo dalla Grecia, pensa si parte da Lisippo non so se lo conosci, ultimo tra i grandi maestri della scultura greca classica, lavorò per Alessandro Magno e lo ritrasse numerosi volte un’ artista incredibile se sfogli le foto delle sue opere è praticamente impossibile che non ne ha mai vista una o incrociata una, che c’entrano le marche con Lisippo, una storia fantastica che diventa attuale, Fano 1964 una delle tante barche della flottiglia Fanese di pesca strascico non sa ancora che sarà destinata ad entrare nella leggenda, siamo in mare a metà tra il Conero e la Croazia quindi in pieno Adriatico, una zona in cui si va spesso a pescare però è molto rischiosa perché il fondale è coperto di scogli e quindi ci sono tanti pesci però lo sai con gli scogli le reti si rovinano, però ci devi stare, se vuoi i pesci, bisogna che ti sacrifichi e rovini qualche rete proprio in quel punto del mare una mattina d’estate impigliato tra le rete appare qualcosa di incredibile, mentre trainano a bordo una rete enorme i marinai vedono una statua grandissima coperta di incrostazioni che avanza verso di loro, capirono subito che era un ritrovamento eccezionale, il primo a toccare la statua fu un tale Atos Rosato il più giovane dell’equipaggio del motopesca e insieme a un altro marinaio appoggiarono la statua a ridosso della prua, dove non dava fastidio alle operazioni di pesca che comunque dovevano continuare, non è che si smette di lavorare che trovamo una statua, cioè sia chiaro ma che ci faceva lì quella statua, l’ipotesi è che questa enorme statua in antichità sia naufragata nel Medio Adriatico insieme alla nave che la stava trasportando dalla Grecia verso probabilmente il porto di Ancona, al momento del ritrovamento i marinai non lo sapevano, ma quella statua era proprio del grande Lisippo quindi di un valore inestimabile, solo che le mancavano i piedi, fu facile però capire perché, perché dove terminavano le gambe il bordo era lucido e non incrostato come il resto quindi chiaramente i piedi erano rimasti sul fondo del mare si erano rotti probabilmente, sono ancora là in attesa che qualcuno vada a pescarli, ma quello che suscitò l’attenzione fu un altro particolare, al posto degli occhi la statua aveva due buchi neri e qui il marchigiano ha creato una leggenda secondo cui la statua avrebbe avuto due diamanti incastonati negli occhi, pietre preziosissime che sarebbero state nascoste dai marinai per essere vendute con qualche trama oscura di strani sotterfugi, sarà vera questa storia di spionaggio e mercato nero, non lo so, ma i marinai incuriositi buttarono là un ipotesi e se la statua che è così pesante è di un metallo fosse di oro, beh in tal caso sono soldi, allora un componente dell’equipaggio raschiò un piccolo tassello e scoprì che era purtroppo soltanto bronzo, però comunque una statua di valore, chiaro perché si capiva che era un reperto enorme e siccome era di un valore palesemente alto venne coperto in una rete e come spetterebbe ad un’opera, che ha un valore inestimabile fu depositata nell’orto di casa dell’armatore di Fano, ma il gossip ci piace, la curiosità cresce, quando la curiosità divenne eccessiva la gente veniva a vedere la statua, le venne data una più degna sede fu sepolta sotto terra in un campo coltivato a cavoli.
D: Beh almeno sotto terra non la tocca nessuno.
R: Esatto nel tempo venne accertato l’interesse di un certo Barbetti di Gubbio che gli bastò esaminare un particolare del volto e disse che quella era opera del grande Lisippo, lo riconobbe dal naso e la comprò per poco più di 3 milioni di lire, probabilmente lui capiva di arte ma non troppo perché capendo l’opera che era di Lisippo non ebbe forse anche lui una giusta idea del valore perché la rivendette a poco di più, e pensa che anni più tardi, dopo alcune trattative e tentativi di offerta a mercato nero, la statua fu acquistata nel 77 dal GTI Museum di Los Angeles per 4 milioni di dollari, la notiziona arriva all’attualità perché essendo frutto di un recupero ritrovato in acque Italo marchigiane La Corte Europea di Strasburgo ha ufficialmente sentenziato che l’atleta vittorioso di Lisippo non deve rimanere in America ma deve tornare in Italia, intanto noi marchigiani lo sappiamo quello non si chiama atleta vittorioso del Ghetti è l’atleta vittorioso di Fano, ce lo dovete ridare, deve tornare a casa.
D: Esatto lo dice anche Wikipedia,si chiama atleta di Fano e su questo direi che possiamo concludere la discussione,grazie mille al nostro Leonardo Bedini, le sue storie leggende marchigiane tornano mercoledì prossimo.