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Fame nervosa: come contrastarla? Ce lo spiega la dott.ssa Edy Virgili. L’intervista di Beatrice Silenzi.

D: L’ho annunciata, ed è con me la dottoressa Edy Virgili, biologa nutrizionista e specializzata in scienza dell’alimentazione, bentrovata.

R: Buona domenica a tutti.

D: Allora ho lanciato questa bomba e cioè il Junk Food e la fame nervosa e il perché noi anche, se ci alziamo da tavola, e siamo satolli, della serie proprio non possiamo metterci ancora uno spillo, però poi ci lasciamo attrarre dal gelatino, dalla nutella, dal qualcosa con la panna, qualcosa che insomma o ha le patate fritte, perché voglio dire il salato non ce lo vuoi mettere.

 R: Assolutamente, dipende un po’ da quello che è il nostro comfort food, non solo Junk Food ma generalmente, questo cibo tra virgolette spazzatura, poi dipende non necessariamente spazzatura,  è anche quello che corrisponde al comfort Food, cioè quel cibo che ci dà conforto, conforto più che altro di tipo psicologico, mentale, quindi siamo pieni ma non siamo pieni di testa, non siamo soddisfatti mentalmente, quindi diciamo che la pienezza è di pancia, ma non corrisponde alla soddisfazione, quindi alla diciamo compensazione mentale, per cui questo cibo serve a colmare dei vuoti psicologici, generalmente quindi un po’ il problema di fondo è questo,  però se uno cerca una strategia, cioè al di là della seduta psicologica, al di là del del fatto di guardarsi dentro e di avere consapevolezza di sé, ma insomma uno al momento è attratto da queste cose  e a volte è attratto, anche quando che ne so va a fare la spesa al supermercato e appunto proprio a seguito di questo discorso qui, di fame nervosa, psicologica, si comprano anche cose di cui non ne abbiamo assolutamente bisogno, perché comunque ci piace farlo, allora intanto evitare di avere in casa queste cose prima cosa e non comprarle, quindi magari fare la lista della spesa, tenersi a comprare solo le cose necessarie, poi come ti dicevo magari il comfort Food, non necessariamente deve corrispondere con qualcosa di negativo per la salute, perché potrebbe essere il pezzettino di cioccolato fondente ad esempio o della frutta secca mandorle, nocciole, pistacchi, che per molti sono dei cibi confortanti, compensatori, quindi magari cercare di scegliere quelle cose, che so che non riesco ad andare dallo psicologo e non voglio affrontare i miei vuoti psicologici, vado a compensare con dei cibi, che però non mi fanno così tanto male, il consiglio che posso dare è questo, perché purtroppo Beatrice non è che tu risolvi il problema mentale mangiando e se mangi risolvi veramente poco, ti fai solo del male, anzi a mio avviso diventa un po’ il cane che si morde la coda, il problema sul problema, perché mangio per compensare la testa, ma mangiando in grasso e non solo non risolvo il mio problema psicologico, la mia ferita emozionale, ma mi vedo anche brutta, grassa e questo peggiora lo stato psicologico, ti dirò di più, ci sono tantissimi studi scientifici oggi dove si vede che mangiando schifezze, mangiando soprattutto cibi grassi, mangiando tipo western diet, peggiora notevolmente la condizione neurologica del dell’organismo, ovvero questi cibi determinano la produzione di molecole infiammatorie, che vanno ad alterare la funzione nervosa.

D: La Western Diet adesso mi ha colpito, che cos’è?

R:E’ la classica dieta occidentale, fatta da fast food, quindi patatina fritta, hamburger, donuts, insomma la dieta tipica americana, quella che ci piace.

D: E’ molto soggettivo, a mio avviso e mi auguro che ancora sia rimasto qualcuno di ruspante come me, che magari più che un hamburger preferisce un coniglio in padella o un calamaro alla piastra.

R:La cioccolata fondente in realtà, se è un buon cioccolato, con una buona percentuale di cioccolato, quindi parlo di un 8% di massa di cacao almeno potrei anche concedermi non una stecca, intendo non un etto di cioccolata però i 10-20 g, 1-2, anche quattro cioccolatini, prendo quelli piccolini, riesco a mangiarli.

D: Senti ma se invece di comfort Food, fosse qualcosa da bere, come ci regoliamo in quel caso? Perché allo stesso modo, uno potrebbe dire, ho voglia di un cocktail, ho voglia di bere che ne so il whisky dopo cena o qualcosa di forte.

R: Lì andiamo in un campo ancora più pericoloso, perché ci può essere proprio una dipendenza da alcool, quindi non lo so sull’alcool bisogna che ci ragioniamo un attimo, perché lì veramente si va su un altro campo, che se uno tutti giorni ha voglia di bere alcool potrebbe avere una dipendenza.

D: Comunque c’è sempre un problema a monte di tipo psicologico, che va corretto.

R: Guarda c’è la presidente dell’Ordine degli psicologi marchigiano, che sta lottando per mettere lo psicologo di famiglia, come il medico di famiglia, non c’è una cosa più giusta secondo me, perché chi di noi è sano di testa? Nessuno, tutti noi abbiamo comunque dei traumi, delle ferite, chi più, chi meno, poi chi riesce a lavorarci, chi fa psicoterapia, chi anche senza psicoterapia, da solo, guarisce, ma c’è tanta tanta gente che non riesce a lavorare su se stessi o magari non ha la possibilità o come dire la mentalità di andare dallo psicoterapeuta, in questo caso si hanno poi tutti questi scompensi, se invece lo psicoterapeuta fosse messo come una figura, come il medico di base che abbiamo sin da piccoli,sicuramente eviteremo tutta una serie di problematiche da adulti, perché ti dico, noi non riusciamo a gestire razionalmente gli impulsi. 

D: Insomma è chiaro questa idea dello psicologo di base mi piace molto, spero che possa avere un seguito questa cosa, perché sì hai ragione tu, è assolutamente fondamentale, poi nella nostra società molto di più che in passato sicuramente.

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