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I dati impressionanti del disagio giovanile impongono una seria riflessione: cosa può fare la famiglia? I suggerimenti del dr. Giuseppe Lavenia nell’intervista di Francesca Travaglini.

D: Diamo il ben ritrovato al dott. Giuseppe Lavenia, ben ritrovato.

R: Buon pomeriggio a tutti voi.

D: Con lei parliamo di disagio giovanile, c’è un rimpallo di colpe secondo i dati, questo disagio sta crescendo sempre di più, parlo proprio di depressione, disturbi d’ansia, uso di sostanze, insomma disturbi del comportamento alimentare, c’è un po’ un rimpallo di responsabilità, la scuola da la colpa alla famiglia, la famiglia alla scuola, lei che ne pensa?

R: Beh che gli adulti si devono assumere la responsabilità in primis, come dire la famiglia è responsabile, dei propri figli, la scuola è un’istituzione che in qualche modo può fare tanto, ma non può essere ritenuta responsabile, in questo momento i ragazzi non stanno bene purtroppo dal covid, anzi dal post covid sono usciti abbastanza male, abbiamo il 51% dei ragazzi che non riesce a immaginare un futuro e 70 quando lo immagina, lo immagina con ansia, questi sono dati a mio avviso molto importanti rispetto al tema anche della salute mentale, abbiamo tutti gli indicatori che ci dicono, di un aumento, appunto dei disturbi del comportamento alimentare, ad esempio quindi già in età anche molto piccole e molti giovani e quindi come dire dobbiamo rimettere al centro la salute mentale, soprattutto dobbiamo rimettere al centro i ragazzi, e riaiutarli a rivedere, ricostruire un futuro, quindi poter ritornare a desiderare un futuro, perché se togliamo il desiderio togliamo un po’ il motore della vita dei ragazzi e quindi purtroppo i dati non possono che essere questi.

D: Ecco dove si sta sbagliando e quindi dove si può andare ad agire concretamente per fare questo?

R: Beh intanto bisogna prendere consapevolezza del malessere, il primo modo per aiutare qualcuno è essere consapevoli che il problema esiste, proprio oggi è uscita una ricerca interessante del Censis che ci dice che il 70% dei ragazzi ha dei malesseri, ma il 40% dei genitori fa molta difficoltà a riconoscerli e quindi è proprio questo dobbiamo magari ritornare a parlare con i nostri figli, chiedere come stanno, come va la loro vita, come va la vita anche online, perché un pezzo della loro identità passa da lì e poi probabilmente anche iniziare a pensare che all’interno dei processi educativi, la salute mentale, il benessere psicologico, in particolare possono essere introdotti quindi più momenti di socializzazione, più momenti di gioco, anche gioco non strutturato che fa molto bene e ai ragazzi, quindi dobbiamo rimettere al centro i bisogni dei nostri figli e purtroppo la nostra società in questo momento è una società iperconnessa e iperveloce, non ci dà il tempo probabilmente di investire nella cosa più importante che abbiamo, che appunto sono i nostri ragazzi, rappresentano poi il futuro, secondo me c’è anche proprio un abuso dei device tecnologici, quindi di computer, tablet e cellulari, anche e soprattutto a partire dai genitori assolutamente, le distrazioni digitali sono un elemento essenziale nel rapporto con i nostri figli, tutte le ricerche dicono c’è una proprio recentissima, di queste settimane qui, che ci dice proprio che l’elemento digitale, il device ma anche tutto quelle che sono la tecnologia, quindi anche lo schermo e riduce e fa peggiorare la relazione con i nostri figli e vi do un dato che può essere interessante, quando un ragazzo ha una necessità e un bisogno e chiede al proprio genitore, il genitore è con lo smartphone davanti ,45% di noi genitori risponde un attimo, quindi siamo diventati un po’ la generazione dell’attimo, non abbiamo tempo e a mio avviso andrebbe fatto proprio un punto zero e iniziare a mettere anche delle regole precise sul bisogno di disconnessione che abbiamo, è proprio da qui che dobbiamo partire, dovremmo essere noi adulti a dare il buon esempio, quindi la domenica si potrebbe stabilire la giornata del detox tecnologico, la mattina a colazione nessuno deve può accendere il telefono, cioè si possono dare delle semplici regole di buon utilizzo, ma anche semplicemente di buon senso è proprio da qui che dobbiamo partire.

D: Esatto regole semplici che insomma possiamo rintracciare un po’ tutti nel buon senso, come ha detto il dottor Giuseppe Lavenia, grazie mille di essere stato nostro ospite e buon lavoro. 

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