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Diego Fusaro dice la sua sulla triste vicenda del bracciante lasciato morire dal proprio datore di lavoro, a sua volta indagato da ben cinque anni per caporalato. L’intervista di Francesca Travaglini.
D: Si fa un gran parlare ultimamente di caporalato, per via della tragedia successa a Latina, è in corso una manifestazione contro il caporalato ma verrebbe da dire che insomma ci si è svegliati un po’ tardi, diamo il ben ritrovato come sempre al filosofo e saggista Diego Fusaro, ciao Diego, rieccoci qua.
R: Un caro saluto da Diego Fusaro e buona domenica.
D: Per quanto riguarda la vicenda particolare, visto che il datore di lavoro che l’ha lasciato proprio morire questa persona, che si poteva naturalmente salvare è indagato per caporalato da 5 anni.
R: Eh ma non ci stupiamo di questa vicenda orribile, che è il prodotto di quello che da tempo vado chiamando il capitalismo assoluto e totalitario quello che celebra e pratica l’immigrazione fingendo di voler favorire l’accoglienza e l’integrazione, in realtà mirando ad avere braccia a basso costo da sfruttare senza diritti e producendo questi effetti tragici e deplorevoli, non dimentichiamo che il lavoratore in questione prima ha perso un braccio, poi è stato scaricato a bordo strada senza essere soccorso e infine è morto una vicenda tragica che molto ci dice sulla questione lavorativa, sulla questione immigrazione e sul fatto che i lavoratori,oggi, sono del tutto irrappresentati, non vi è più alcuna forza politica che si occupi della loro condizione nella misura in cui la destra non l’ha mai fatto e la sinistra ha smesso da tempo di farlo, predilige i carri arcobaleno dei pride o le questioni della Green Economy, il mondo del lavoro è irrappresentato e questa vicenda non deve essere intesa come un caso particolarmente sfortunato a mio giudizio rispecchia perfettamente le condizioni sempre peggiori, che vanno coinvolgendo il mondo del lavoro, il mondo del lavoro sta subendo un assalto senza precedenti da parte del mondo del capitale e in questa vicenda si vede perfettamente questa aggressione al mondo del lavoro, ma anche perché voglio dire a parte il fatto che è sotto gli occhi di tutti, ma poi sono anni anche che magari alcuni braccianti provano anche a protestare, mi ricordo la rivolta di Rosarno del 2010 quindi parliamo di 14 anni fa, quella rivolta sacrosanta dei braccianti venne repressa violentemente perché questo è l’animo del capitale, per un verso celebra l’immigrazione di massa e poi reprime gli immigrati quando protestano in difesa del lavoro, qui sta il segreto dell’odio verso i lavoratori in generale nascosto dietro le finte retoriche dell’accoglienza e dell’integrazione, in realtà il capitale giubila quando vede i migranti arrivare come il vampiro, giubila di fronte al sangue fresco perché i migranti sono sfruttati senza pietà nel mondo del lavoro, permettono al capitale di abbassare le condizioni di tutte le classi lavoratrici tramite la competitività al ribasso e poi genera anche conflitti orizzontali fra migranti autoctoni che servono a mantenere il dominio capitalistico, quindi infatti il paradosso è che diciamo è una guerra tra poveri perché poi si dice è colpa loro che svendono la propria mano d’opera, basterebbe leggere furore di Steinbeck per capire bene la dinamica, gente disperata che non ha letteralmente di che vivere e ovviamente poi disposta a tutto pur di avere qualche obolo, che le permetta di sopravvivere, questo è il segreto dell’immigrazione di massa ma così facendo si abbassano i costi della forza lavoro in generale, perché anche i lavoratori autoctoni poi per non perdere il lavoro devono abbassare le loro condizioni, ecco perché l’immigrazione viene tanto celebrata oggi dal capitale e dalle forze funzionali al capitale, sia di destra sia di sinistra, insomma schiavi moderni che fanno comodo a questo sistema, quindi speriamo che questa situazione si risolva nel più breve tempo possibile.