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Con il dirigente dell’ispettorato nazionale del lavoro Pierluigi Rausei, dopo aver parlato di orario di lavoro e di riposi, facciamo chiarezza anche sulle ferie. L’intervista di Francesca Travaglini.
D: Torniamo a parlare di parole di lavoro e lo facciamo dopo aver parlato di orario di lavoro e riposi settimanali con il dirigente dell’ispettorato nazionale del lavoro Pierluigi Rausei, stavolta parliamo di ferie.
R: Bentrovata Francesca e bentrovati ai radioascoltatori, parliamo di ferie e completiamo l’attività informativa sull’orario di lavoro e sui riposi settimanali con le ferie. Le ferie sono un istituto fondamentale del rapporto di lavoro, la nostra Costituzione all’articolo 36 prevede, esattamente come per i riposi settimanali, che siano irrinunciabili e cioè il lavoratore non può rinunciare al suo periodo di ferie, e chi stabilisce il periodo di ferie? Anzitutto la legge, il decreto 66 del 2003 all’articolo 10 stabilisce l’obbligo minimo di ferie, le cosiddette ferie legali, che sono di quattro settimane, 28 giorni consecutivi sviluppati in un orario ordinario di lavoro. Come vanno fruite queste ferie affinché il datore di lavoro non incorra in sanzioni? Vanno fruite due settimane nell’anno di maturazione, anno che è stabilito normalmente dal contratto collettivo e che coincide generalmente dal primo gennaio al 31 dicembre, o in qualche situazione contratto collettivo dal primo agosto al 12° mese consecutivo, sono un periodo comunque annuale, un periodo di 12 mesi quello di riferimento e queste due settimane vanno fruite consecutivamente, richieste dal lavoratore e devono essere fruite nell’anno. Le altre due settimane legali possono essere fruite legittimamente entro i 18 mesi, quindi un anno e mezzo dopo la maturazione; poi ci sono altre ferie però, perché molti contratti collettivi aggiungono altri periodi feriali, e quindi le ferie aggiuntive alle 4 settimane possono essere fruite successivamente. Cosa accade se il lavoratore non fruisce delle ferie? Intanto se è una responsabilità del datore di lavoro, il datore di lavoro sarà sanzionato con una sanzione che va da €120 fino a €5400, quindi una sanzione importante, ma il lavoratore ha diritto anche a un risarcimento, non solo a fruire le ferie, perché le ferie rappresentano un momento di riposo, un momento di recupero psicofisico. Come si chiedono le ferie? Il datore di lavoro normalmente adotta un regolamento a inizio anno o quando assume un lavoratore ne dà comunicazione, che riporta generalmente le norme previste dal contratto collettivo, se previste, l’articolo 2109 del codice civile stabilisce però che è il datore di lavoro che fissa le ferie tenendo conto delle esigenze aziendali e dell’interesse dei lavoratori, il che significa che i lavoratori devono manifestare il loro interesse, normalmente accade con un piano ferie, un piano annuale in cui, specie se l’azienda ha delle chiusure collettive, quindi ha un periodo ad esempio accade in agosto in alcune aziende delle manifatture, in cui quelle ferie le due settimane legale di norma coincidono per tutti tutti in un periodo di chiusura dell’azienda. Ma le ferie individuali quelle chieste dal singolo lavoratore vanno concordate, nessuno può assentarsi per ferie se non ha avuto l’autorizzazione dal datore di lavoro, è chiaro che l’autorizzazione alle ferie vuol dire avere concordato la collocazione nel periodo nell’arco temporale dell’anno di riferimento del periodo di ferie; chiaramente un lavoratore può fruire di ferie ancora non maturate perché maturano a mano a mano che la prestazione lavorativa va avanti, quindi le quattro settimane rimane legali e le altre previste dal contratto maturano in base ai mesi, ma io magari a febbraio posso già godere anticipatamente di alcune ferie se ho delle esigenze particolari, queste ferie verranno contabilizzate quando nella busta paga del mese di riferimento il lavoratore troverà detratte eventuali somme legate a ferie non maturate nell’anno di riferimento. Normalmente le ferie non maturate non possono essere monetizzate cioè non possono essere scambiate proprio perché irrinunciabili con denaro, sono due casi in cui il denaro può essere sostitutivo delle ferie e cioè quando il rapporto di lavoro è a chiusura e quindi cesta l’attività lavorativa, ovvero quando si tratta di attività di lavoro a tempo determinato di poca durata o quando si tratta delle ferie superiori alle quattro settimane legali. C’è un’altra questione, come vengono pagate? Normalmente spetta la normale retribuzione, alcuni contratti collettivi però prevedono le voci che formano la retribuzione globale, ovvero la retribuzione feriale; ciò che è fondamentale è il diritto a ottenere le ferie in quanto tali e quindi nel giorno di ferie ricevere la retribuzione piena perché questo spetta per legge e per costituzione e quindi attenzione, un occhio critico come sempre alla busta paga. I patronati, le organizzazioni sindacali e l’ispettorato del lavoro rimangono a disposizione dei lavoratori e delle lavoratrici. Arrivederci Francesca!
D: Grazie mille, arrivederci a te e alla prossima settimana con il dirigente dell’ispettorato nazionale del lavoro Pierluigi Rausei e le sue parole di lavoro.